STORIA DEI GIUBILEI, parte 1: Come si inventa l'Anno Santo; le indulgenze; il primo Giubileo; un Papa poco misericordioso

di Marco Ottanelli

Da anni la laicità in Italia è relegata nell’angolo. Nelle ultime fasi storico-politiche e sociali di questo paese, poi, è ridotta a elemento di disturbo e dileggio. Nel 2015 Papa Francesco ha imposto alla città di Roma un Giubileo straordinario senza consultarsi né col sindaco né col governo, ma chiedendo tutte le spese, le garanzie, le opere ed i provvedimenti relativi. Forse non ha neanche avuto bisogno di chiedere niente: c’è stata una gara nel concedere al Vaticano tanto, tutto, di più. Commissari straordinari hanno soppiantato la giunta capitolina. Ora, nel 2025, col Giubileo  “regolare”, si ri-procede con lavori e modifiche a decine; magari, possibilmente, utili, ma intimamente legati alla fruizione celebrativa religiosa, come per piazza Pia: non una civica pedonalizzazione, ma uno spazio enorme destinato ai raduni dei pellegrini.

Pensiamo che sia necessario allora un esame storico dei Giubilei un punto di vista laico, per poter superare perlomeno galleggiando quest’anno che dovrebbe essere “santo” senza essere sommersi dalla retorica mistica.

Pubblicheremo perciò a puntate una piccola Storia di tutti i Giubilei, Storia chiaramente filtrata attraverso la nostra griglia interpretativa laica, esaminandone contesto, premesse, svolgimento, conseguenze e, ovviamente, facendo cenno alla vita dei pontefici che li indissero.

Introduzione

Cosa è mai il Giubileo o “anno santo”? È una celebrazione periodica della Chiesa Cattolica Romana (inesistente. o persino considerata inopportuna, inutile, su su fino a idolatra, sacrilega e blasfema dalle altre Chiese Cristiane1) che, istituita sulla falsariga di una tradizione ebraica, permette a coloro che vi partecipano secondo certe modalità di ottenere l’indulgenza plenaria dei peccati, soprattutto (e con straordinaria semplicità, diremmo) passando attraverso una delle “porte sante” tenute aperte per l’occasione.

Breve nota teologica: in che consiste l’indulgenza dei peccati? Secondo la fede ed i dogmi e la dottrina cattolica romana, peccare allontana da Dio. Ciò comporta la destinazione verso il Purgatorio o, in casi più gravi, verso l’Inferno. Roba che scotta, in ogni senso. Per evitare tali preoccupanti destini, è necessario pentirsi, amaramente e sinceramente, e confessarsi. Il sacramento della Confessione cancella la pena eterna (la dannazione dell’anima) ma non cancella la pena temporale, cioè una sorta di sanzione, una punizione da subire, che può essere scontata sulla Terra con preghiere e penitenze2, con opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Altrimenti può essere scontata nell’aldilà, nel Purgatorio. Ecco che, per evitare l’incomodo, si può ottenere un’indulgenza, una sorta di bonus: “L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che liberi in parte, o in tutto, dalla pena temporale dovuta ai peccati” (Paolo VI, Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina, 1967). Insomma, si potranno evitare le pene accessorie, per dirla con un linguaggio giuridico moderno. L’indulgenza plenaria, lo dice l’espressione stessa, cancella del tutto la pena temporale di ogni singolo peccato. È quindi ripetibile  (ma col limite di un solo passaggio dalle porte sante al giorno) tante volte per quanti peccatacci hai commesso e confessato.

Quella parziale invece scala giorni (50, 10, 100, un anno, più anni…) alla pena in vita, mentre la credenza popolare ha identificato questi giorni come uno sconto sul periodo di Purgatorio. Per mettere fine a questo equivoco, sempre Paolo VI decise di non indicare più l’indulgenza parziale in termini di tempo pre-indicato, ma in intensità. Questa si misura non più in mesi o anni, ma con l’azione del fedele: un’azione buona vale tanto più quanto più costa sacrificio e quanto più è fervida di amore verso Dio. Quindi, si richiede impegno!

Ma chi concede l’indulgenza? La Chiesa cattolica. Ed in virtù di cosa mai ha questa facoltà? In virtù della sua stessa dottrina, delle sue stesse interpretazioni, delle sue stesse deliberazioni. Insomma, si auto-autorizza3. Ovviamente tutto questo non è affatto riconosciuto dalle altre Chiese cristiane.

In occasione dell’anno santo, numerosi sono i riti sacri anche solenni, le processioni, le invocazioni, le benedizioni. Importante, anzi, basilare, è il pellegrinaggio a Roma (“Il pellegrinaggio è un segno peculiare dell’Anno santo perché icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata“, scrive Papa Francesco nell’indizione del Giubileo del 2016), ed in ciò pesca abbondantemente nel mare delle credenze dell’altra religione monoteista, l’Islam, in riferimento al pellegrinaggio rituale alla Mecca.

Il primo Anno Santo.

Il primo anno santo venne indetto nel 1300 da Bonifacio VIII. Per ben 1300 anni quindi la cristianità non aveva conosciuto questo immenso rito romanocentrico. Una precedente esperienza, la Perdonanza di Celestino V, indetta nel 1294, era stata completamente diversa: a suo modo rivoluzionaria (si concedeva l’indulgenza plenaria in occasione della festa di San Giovanni Battista, una sorta di rafforzamento del battesimo, che, si sa, lava i peccati) era gratuita e universale, e si svolse lontano da Roma, all’Aquila, scelta abbastanza logica per il Papa-eremita abruzzese.

Bonifacio, con il concorso di tutta la Curia e la Chiesa ufficiale, rimise ordine nell’istituzione pontificale minata nella sua straordinaria potenza e ricchezza dalle stravaganze pauperiste di Celestino, facendolo arrestare, abdicare, e confinandolo a Fumone, in un isolato castello di sua (di Bonifacio) proprietà fino alla morte, occorsa – incidentalmente – un anno dopo appena.

Quella della Perdonanza però fu una bella mossa, dovettero ammetterlo anche gli avversari accaniti del Papa dimesso. Alla gente questa cosa dell’indulgenza, del pentimento di massa, del rito del passaggio, piacque.

L’avvicinarsi del nuovo secolo, che coincideva sempre con la paura della fine dei tempi, vide riversarsi a Roma, attorno al Natale del 1299, in modo più o meno spontaneo, una folla crescente di fedeli in cerca di benedizioni e reliquie, memore anche della recente Perdonanza. Per la Curia fu facilissimo compiere una straordinaria sintesi di opportunismo e tempismo. Da qualche parte si trovò un vecchio di ben 108 anni che, interrogato dal Papa, avrebbe raccontato che cento anni prima, sotto il regno di Innocenzo III, egli avrebbe partecipato ad una quasi mitologica “Indulgenza dei Cento Anni”. Nonostante la mancanza di altri elementi di prova, si decise quindi di indire, il 22 febbraio, una solennità per l’anno 1300 in corso che, rifacendosi in parte alla presunta cerimonia del 1200 ed in parte al rito ebraico della liberazione dai debiti e dalla schiavitù4, avrebbe appagato la sete di perdono e di salvezza di quella moltitudine giunta da ogni angolo d’Europa.

Prima che la moltitudine si disperdesse, finito il periodo natalizio, si pensò bene di prolungarne la permanenza per un anno intero, colmando così monasteri, spedali, alberghi, taverne e casse delle elemosine ed offerte di tutta la città di Roma e di tutti i possedimenti papali. Un affare colossale. Ed un modo di riproporre la Santa Sede come centro d’Europa dopo le recenti debacles in politica estera.

Un successo spiritual-economico ma non politico.

Le speranze non furono tradite: con la promessa della indulgenza plenaria Roma venne letteralmente invasa da pellegrini al punto tale che fu necessario istituire ferrei sensi unici per i pedoni, come, da testimone oculare, raccontò Dante Alighieri nelle famose terzine della sua Commedia.5).

È importante notare la valenza politica della bolla papale che indisse l’evento: in essa, la “Antiquorum habet fidea relatio”, si concedeva perdono a tutti tranne che a coloro che commerciassero con i saraceni (e non erano pochi, da Gibilterra al Bosforo!); al re di Sicilia, Federico III d’Angiò, e a tutti i siciliani (per… punirli di non essere rimasti sotto la sovranità – effettiva o formale – dello Stato della Chiesa); ai principi Colonna e tutti i loro parenti, amici, fiancheggiatori (per via della violenta diatriba che opponeva tale famiglia a quella del Papa, i Caetani). Un vero manifesto programmatico-dinastico, insomma, alla faccia dell’amor di Cristo.

Il successo dell’iniziativa, religiosamente ed economicamente, fu completo: Roma tornò ad essere la caput mundi spirituale di una volta e i guadagni furono incalcolabili, non solo per quella che oggi chiameremo “economia dell’indotto turistico” (e per le relative tasse), ma anche per quel commercio fiorentissimo, ancorché non ufficialmente incoraggiato, della vendita delle indulgenze, che fecero accusare il Papa di simonia. Le contraddizioni, le ardite iniziative e la severità che sconfinava in arroganza e violenza del Caetani lo isolarono, però, rispetto alle corti e alle nazioni dell’epoca, e nel breve arco di tre anni la sua gloria giubilare, come vedremo, fu dimenticata senza che nessuno si ponesse in sua difesa.

Questo primo Anno Santo non era ancora chiamato ufficialmente Giubileo, ma “centesima indulgenza”, dato che veniva fissato con una cadenza secolare. Ma nonostante nella bolla pontificia si scrivesse che “A nessuno in modo assoluto sia lecito infrangere od opporsi con audacia temeraria a questo documento di conferma, approvazione, innovazione, concessione e costituzione”, già la seconda indizione giunse dopo appena 50 anni.

Breve biografia di Bonifacio VIII:
ascesa e caduta di un Papa dirompente.

Benedetto Caetani, nato ad Anagni nel 1230 da ricca e potente famiglia, divenne un influente cardinale. In questa veste, indusse Celestino V a dimettersi e, eletto Papa 10 giorni dopo, lo fece incarcerare ed annullò tutti i suoi atti come pontefice. Tentò di impossessarsi, perlomeno nominalmente, della Sicilia, e, non riuscendovi, ne decretò l’appartenenza agli aragonesi, contro gli angioini, scatenando così una delle infinite guerre tra potenze europee che si spartivano l’Italia con la benedizione del Papato. Nel conflitto anglo-francese si schierò appunto contro questi ultimi, e ne pagò poi le conseguenze. In reazione ad una legge del re di Francia Filippo il Bello, vietò ai laici, e agli Stati, pena la scomunica, di tassare preti e monasteri (ed in questo senso si può dire che ancor oggi la sua dottrina è molto seguita…). Lottò ferocemente contro i cardinali e la stirpe dei Colonna, li sconfisse e si fece donare la loro città feudale, Palestrina, che, con inaudita spietatezza, rase completamente al suolo disperdendone gli abitanti e non lasciando pietra su pietra. Intervenne pesantemente nelle vicende fiorentine, arbitrando le questioni tra Guelfi e Ghibellini prima, Bianchi e Neri poi. È all’azione sua e dei suoi delegati che si deve la condanna al rogo (per fortuna mai eseguita) e l’esilio di Dante Alighieri.

Entrato ancora una volta in conflitto con Filippo di Francia, che giunse a scomunicare, per questioni di potere (Bonifacio voleva affermare la primazia pontificia sui re) e religiose, venne da questi messo sotto processo e, con la complicità dei Colonna, catturato, arrestato ed umiliato nella sua stessa Anagni (“lo schiaffo”). Liberato dal popolo e rientrato a Roma vecchio, debilitato, malato, morì poco dopo, nel 1303. Dal Paradiso dei cattolici, Celestino V avrà assistito a questo triste contrappasso… Bonifacio subì anche un macabro e infamante processo post-mortem, nel quale fu accusato di ogni nefandezza, accuse in gran parte false.


  1. Tra orientali, ortodosse, protestanti e riformate, le Chiese Cristiane non cattoliche sono circa una ventina. Ma se si considerano le chiese cosiddette “resistenti” e le “uniate”, nonché i neocristismi “restaurazionisti”, la cifra si avvicina ad una quarantina di fedi, gerarchie, riti e credenze comunque cristiane []
  2. è quello che solitamente impone il confessore: “tre Ave e un Pater []
  3. Lo fa in merito al potere di legare e sciogliere, che Gesù dette a Pietro: “Ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli” (Mt, 16, 19). “La Chiesa, avendo ricevuto da Cristo il potere di perdonare in suo nome, è nel mondo la presenza viva dell’amore di Dio che si china su ogni umana debolezza per accoglierla nell’abbraccio della sua misericordia. È precisamente attraverso il ministero della sua Chiesa che Dio espande nel mondo la sua misericordia mediante quel prezioso dono che, con nome antichissimo, è chiamato indulgenza” (Giovanni Paolo II, Incarnationis mysterium, Bolla di indizione dell’Anno Santo, 1998). []
  4. Per segnalare l’inizio del rito giudaico, si suonava un corno di ariete, in ebraico jobel, da cui deriva il termine cristiano Giubileo []
  5. «come i Roman per l’essercito molto, /l’anno del giubileo, su per lo ponte / hanno a passar la gente modo colto, / che da l’un lato tutti hanno la fronte / verso ‘l castello e vanno a Santo Pietro, /da l’altra sponda vanno verso ‘l monte.» (Inferno XVIII, 28-33 []