Astinenza. Un’altra suggestiva inutilità sulla legge elettorale

di Marco Ottanelli

1. Cosa è falso

Circola insistentemente, e come tutte le cose particolarmente insistenti, fastidiosamente, una stramba falsità su (ovviamente) la legge elettorale, nata non sappiamo bene come né partorita da chi, ma, come tutte le strambe falsità, dai toni salvifici e miracolosi.
In poche parole, si afferma che, tra le tante dannazioni demoniache che ha (ovviamente) la legge elettorale, ce ne è un’altra che fino ad ora era sfuggita a tutti quanti, ma che il solito mago del comma svelato avrebbe messo a nudo.
“Lo sapevate”, dice la falsità, “che se votate scheda bianca, o se la scheda la annullate, il vostro non-voto convergerà lo stesso nel paniere dei partiti, del sistema, della casta?”
“Lo sapevate”, precisa con cura la falsità, “che le schede bianche e le schede nulle vengono attribuite come consenso al partito o schieramento che raggiunge la maggioranza relativa, e concorrono così ad assegnare il premio di maggioranza?”
“Lo sapevate”, prosegue la falsità, “che questo ladrocinio di volontà che si trova (ovviamente) nel Porcellum è un attentato alla democrazia, un golpe, una ecatombe della libertà”, ecc ecc ecc?

Ma la falsità suggerisce anche un rimedio (ovviamente) facilissimo con il quale abbattere il regime: invece di votare scheda bianca o nulla, andate al seggio, NON toccate le schede che i perfidi scrutatori vi porgeranno (se le toccate, si contaminano, diventano “vostre”, e se non le votate, saranno nulle, e quindi ritorneranno nel cesto del partito più grande!), e, al contrario, dichiarate preventivamente che siete sì presenti al seggio come elettori, ma che rifiutate le schede. Fate una dichiarazione ufficiale e fatela verbalizzare dal Presidente di seggio, con tanto di timbro e firma. In questo modo, avrete fatto la vostra parte, avrete alzato (o abbassato…mah?) un qualche quorum, e avrete sottratto al furto le vostre schede.


2. La verifica

Di questo strambissimo sistema non si è mai sentito parlare prima. Da nessuna parte nel mondo, ed in nessun periodo della storia. Da quando in qua le schede nulle o bianche vengono arbitrariamente passate al vincitore, per far la sua vincita più corposa ancora? In base a quale eccezione rispetto alle leggi, alla Costituzione, ai regolamenti, al senso comune, in base a cosa una scheda anonimamente bianca, o scarabocchiata a dovere, dovrebbe andare ad incrementare il montepremi di un partito, anzi, di “quello che prende più voti”? (ma più voti dove? Nella sezione elettorale, nella circoscrizione regionale, a livello nazionale…dove?)
Non risulta assolutamente che simile eventualità sia possibile, e chi scrive ha avuto l’onere e l’onore di fare il Presidente di Seggio fin dal 1991, per cui, di leggi elettorali, regolamenti, prassi e consuetudini un po’ ne sa.
Naturalmente però il diabolico e mefistofelico Grande Imbroglio della legge elettorale, dalla quale discende ogni male e che (ovviamente) è architettato malignamente per fregare i cittadini, potrebbe aver introdotto una clamorosa, incostituzionalissima e mostruosa realtà che né i parlamentari di ogni partito, né il Presidente della Repubblica quando la ha promulgata, né alcun giurista ha mai notato.

Tutto è possibile, in questo Paese di impostori! Non resta che verificarlo scientificamente, e c’è solo un modo: si prende la Legge 21 dicembre 2005, n. 270, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 30 dicembre 2005 – Supplemento ordinario n. 213 , la si legge ben bene, la si esamina, e si trova la normaccia incriminata, per Dio!

La legge si compone di 11 articoli, suddivisi in numerosi commi (72 in tutto, se abbiamo contato bene). Approfondendo..it se li legge uno per uno, comma dopo comma, articolo dopo articolo.
In nessuno di essi si accenna alla attribuzione delle schede nulle e delle schede bianche ad un partito, ad una coalizione o ad un candidato premier, né si accenna alla loro redistribuzione in qualunque altro modo o sistema. Anzi, nel testo di legge non si nominano mai né le schede bianche, né le schede nulle. Mai.
Non pago dalla fatica di essersi letta tutta la Calderoli, Approfondendo.it , a scanso di equivoci, esamina anche l’ultimissima emanazione legislativa in materia elettorale, ovvero la Legge 27 febbraio 2008, n. 30 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 febbraio 2008, n. 24, recante disposizioni urgenti per lo svolgimento delle elezioni politiche ed amministrative nell’anno 2008 “, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 51 del 29 febbraio 2008. Neanche lì si trova niente che possa anche solo lontanamente richiamare la notizia che circola senza posa da settimane.
Quindi, la prima e fondamentale questione proposta dagli spargitori della falsità, si infrange clamorosamente alla prima banale, banalissima verifica. D’altronde, a nostre reiterate richieste di tirar fuori la normaccia, nessuno degli spargitori aveva mai risposto. Perchè non esiste, né è mai esistita.

3. Cosa è vero

In ogni legge elettorale del mondo, e così anche in Italia, sia ai tempi del proporzionale puro (1948-1993), sia ai tempi del maggioritario uninominale (1994-2001), sia ai tempi del proporzionale con premio di maggioranza (2006-2008), i soli ed unici calcoli da effettuare per sapere quanti seggi avrebbe conquistato ogni singolo partito sono fatti in base ai voti validi espressi dagli elettori.
Sono solo i voti validi quelli che determinano le percentuali di voto, e conseguentemente fanno scattare la elezione dei candidati. Tutti i restanti modi di partecipare o di non partecipare al voto sono del tutto ininfluenti a questi fini: astenersi, votare scheda bianca, votare scheda nulla, sono solo modi diversi per dire “ho deciso di non decidere in prima persona, facciano gli altri”; e gli altri faranno.

Si faccia l’esempio di un corpo elettorale (gli aventi diritto al voto) di 1 milione di persone.

Si ipotizzi che si rechino a votare 800 mila cittadini su questo milione; essi determineranno l’affluenza alle urne, che sarà quindi dell’80%. Il restante 20%, che per scelta, per motivata avversione al sistema, per malattia, per disinteresse, per impedimenti di ogni genere, non vota, sarà la massa degli astenuti, nel nostro caso 200 mila persone.
Quando si aprono le urne, tra le varie schede, se ne troveranno alcune senza alcun segno, completamente intonse: le schede bianche. Facciamo che nelle nostre elezioni virtuali se ne trovino 1.000.

Altre presenteranno un voto riconoscibile, ma per qualche ragione ben precisamente elencata nella normativa elettorale, tale voto non sia attribuibile: capita quando l’elettore abbia usato un sistema per renderlo riconoscibile, ad esempio usando una penna rossa per votare al posto della matita copiativa regolamentare, o quando la scheda non risulti precedentemente vidimata dal seggio. In questi casi si parla di voti nulli, e ipotizziamo che siano 100.
Altre saranno scarabocchiate, o recheranno scritte più o meno fantasiose, o saranno barrate, o vedranno votati contemporaneamente due o più partiti…in tutti questi casi (ove non si possa rilevare la volontà dell’elettore di attribuire la sua scelta ad un solo partito), si parla di schede nulle. Diamo un numero a queste nulle: 1.000
Poi ci sono i voti validi. Nel nostro esempio, essi sono dunque:

800.000-
1.000-
100-
1000 =
__________
797.900

è solo su questi voti validi (suddivisi per lista, naturalmente) che si computeranno le percentuali dei singoli partiti e si attribuiranno i seggi e i premi di maggioranza eventuali.

Le altre schede andranno in una apposita busta, contate, impacchettate e protocollate, busta che sarà sigillata e che i componenti del seggio consegneranno al Comune, che, dopo averle conservate per un congruo periodo, le invierà al macero. Esse sono, lo ridiciamo, del tutto ininfluenti ai fini dei risultati.

Se il partito A prende 600.000 voti, il partito B 100.000 e il partito C 97.100, nel sistema italiano, il premio di maggioranza andrà al partito A, e gli altri si spartiranno i seggi in base ai numeri ottenuti.

Non si capisce, tornando alla frottola, perché un partito primo in classifica, che già si prenderebbe il premio di maggioranza con il consenso ottenuto, abbia bisogno di vedersi regalare schede bianche e nulle per raggiungere un premio già goduto. Un’altra incongruenza senza senso alcuno.
Insomma, come in tutto il mondo, decide solo chi vota e vota validamente. Tanto per ribadire la verifica: solo nella legge Calderoli l’espressione “voti validi”, a questi sensi, appare ben 25 volte. Bastava leggersela.


4. A che serve far verbalizzare il rifiuto delle schede.

Immaginate uno che entra in un panificio e dichiara ad alta voce: “io non voglio il pane!”. Il commento generale sarebbe: “ e allora che ci sei venuto a fare?”. Ecco, più o meno l’effetto del rifiuto della scheda è questo. Si chiama “astensione”, e uno può astenersi andando al mare, rimanendo a casa sua, sul marciapiede davanti, o anche, perché no, dentro la sua sezione elettorale. Un vezzo che non si nega a nessuno, ma che non ha altro effetto se non quello di far rimanere come prima la sostanza delle cose: quelli che decideranno di farlo non prenderanno parte alla tornata elettorale. Decideranno gli altri chi vincerà e chi governerà.

Ma la pretesa di far verbalizzare la scelta di rifiutare le schede, di far quindi verbalizzare la vostra astensione, è inutile, ridondante (essa emergerebbe dalle cifre delle affluenze al voto) e dannosa per il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Costringerebbe Presidenti, Segretari e Scrutatori a eliminare dall’insieme di quelle firmate e timbrate (cioè atte alla votazione) alcune schede solo per il fatto che un tizio si è presentato al voto dichiarando di non voler votare. E che tali schede non ha neanche toccato, pena la loro contaminazione (ma ci si rende conto di quale pensiero magico sottintende tale affermazione?).

E se il tizio, un’ora più tardi, cambiasse idea? E se a quel punto, complice un’affluenza molto alta, schede da votare non ce ne fossero più? Cosa succederebbe? E le schede rifiutate, in quale modo dovrebbero essere assicurate al non voto? Distruggendole? Annullandole (no, per carità, che vanno al vincitore!).

Tutto questo senza considerare il fastidio, l’onere e la perdita di tempo che verrebbero imposti ai componenti del seggio, che dovrebbero quindi verbalizzare una non votazione (siamo nel campo dell’assurdo).

NB: crediamo che la falsità sia nata da una distorta e superficiale rivisitazione delle norme relative alle votazioni per più referendum: essendo il raggiungimento o meno del quorum un legittimo obiettivo anche dei singoli elettori, essi possono, in presenza di più consultazioni contemporanee, scegliere di votare solo per uno o più referendum, e rifiutare la scheda degli altri, ovvero, tecnicamente, astenendosi per questi ultimi. Inaccettabile sarebbe il rifiuto di TUTTE le schede contemporaneamente.

 

 

I Commenti di alcuni nostri lettori

(3)
Ciao Marco (posso darti del tu?), grazie dell’articolo e delle precisazioni.
Ti anticipo che andrò a votare e darò la mia preferenza (per una lista civica), quindi non appartengo agli astensionisti. Però dal tuo articolo  sembra che la bufala sia la possibilità di rifiutare la scheda elettorale e non la presunta ripartizione delle schede bianche o nulle (anche se la scheda bianca si presta molto più facilmente al broglio elettorale: basta una crocettina). Rifiutare la scheda si può. Sarà macchinosa come operazione,ma è legittima. E’ un modo, per chi non si sente rappresentato da nessuno degli schieramenti, di “ufficializzare”  la sua decisione. Una democratica forma di protesta, si può non condividere, ma è prevista dalla legge.Io andrò a votare ed espimerò il mio voto come ho già detto, ma non ti nascondo che in cuor mio, sogno  un 80% di schede  annullate.
Sarebbe la rivoluzione più pacifica della storia del mondo?

No, saremmo governati dal restante 20%, dal momento che non esiste un quorum per le elezioni.Giusto?

Saluti Rosario Grassi.

Caro Rosario, la bufala più bufala delle bufale è la ripartizione delle bianche e delle nulle. Approfitto del tuo commento per riprecisarlo. Ovviamente, però, mantengo ogni dubbio giuridico, di opportunità e di logica riguardo al rifiuto di tutte le schede. Come ho scritto a F. Ragusa, se uno va a votare, anche “parzialmente”, nulla vieta che faccia verbalizzare qualcosa dai componenti del Seggio (ma perchè infierire su quei poveretti, che stanno lì dalle 5 di mattina a combattere con una burocrazia borbonica, spesso folle?); ma andare lì per astenersi… che senso ha? Sarà anche legale, ma non inquadrabile in alcun tassello razionale. Tu, da Presidente di Seggio, che faresti? Timbreresti la scheda elettorale di chi fa questa richiesta, o no? Quello, per me, verbalizzato o meno, è un astenuto. Punto. E qua, come hai tu stesso testè ricordato, l’astensione lascia ai tanti o pochi o pochissimi votanti l’interezza della decisione del nostro futuro.

Ciao.
Marco


(2)
Mi permetto di segnalare che la verbalizzazione non è inutile. Nel senso che le proteste presentate nei seggi verranno poi esaminate
dalle Camere: art. 87 TU. Così è successo per quanto fatto nel 2001 dal sottoscritto, riconsegnando una sola scheda (Camera-Uninominale) e votando le altre. Certamente, la Giunta delle elezioni mi ha poi dato torto (figuriamoci se l’imputato poteva condannare se stesso). E’ quindi servito a qualcosa? Non so, forse a mettere un altro tassello per dimostrare come il Re sia nudo. E la sensibilizzazione dell’Opinione pubblica, si sa, è fatta anche di queste cose; che quanto più sono diffuse, tanto più diventano efficaci.
Vista l’esperienza diretta, penso quindi di poter affermare che il rifiuto della scheda e la verbalizzazione non sono balle; lo è purtroppo quella riguardante il premio di maggioranza.
Utilizzare però quest’ultima, non si sa bene dove e come sia nata, leggenda metropolitana, per fare di tutta un erba un fascio, non fa sicuramente onore all’autore dell’articolo.
Per maggiori informazioni mi permetto di segnalare le pagine di Riforme Istituzionali da me curate e dal vostro sito più volte segnalate (come a volte è capitato anche a me di fare con il vostro): www.riforme.net – www.riforme.info

Con i più cordiali saluti.

Franco Ragusa

Rispondo all’amico Franco Ragusa, che, come lui stesso ha detto, è stato protagonista di scambi di articoli e segnalazioni con il nostro giornale, rivendicando il mio sicuro onore rispetto alle troppe e insopportabili bufale che circolano su internet (e non solo) riguardo alla legge elettorale (e non solo). Ovviamente, il mio articolo non si riferiva al suo invito a rifiutare le schede (sul quale però poi qualcosa da dire la ho), ma a quel chissacchì che ha sparso la voce che le schede bianche o nulle siano regalate, travasate, aggiunte come una improbabile ciliegina ai voti del partito più forte. Questa, scusami Franco, è una inaccettabile e, nella sua banalità, esecrabile sciocchezza. Quel che ha dato noia a me, e che dovrebbe dar noia anche a te, che sei sempre così attento e preparato, è che tale inusitata falsità sia stata usata come cappello, come presupposto bugiardo e senza senso ad un gesto (la verbalizzazione del rifiuto della scheda) che ha tutt’altre fondamenta. È grave, gravissimo, che certe facilonerie girino e confondano ancor di più i già confusissimi elettori.
Su questo, credo, sarai perfettamente d’accordo con me.
Riguardo alla utilità o meno del rifiuto e riguardo al tuo caso personale del 2001… andiamo con ordine. Sì. Le proteste nei seggi vanno esaminate, ma le proteste, non le astensioni! Tu racconti del tuo gesto: hai fatto verbalizzare il rifiuto di una scheda, e la Giunta ti ha dato torto (anche se non ho capito quale fosse la accusa o la difesa). Scusa, ma tecnicamente, il tuo gesto è stato inutile: Nulla è cambiato ai fini della ripartizione dei seggi. È vero o no? Quindi, si svela la seconda falsità del documento (anzi, dei documenti: ce ne sono arrivati almeno in cinque versioni), quella che afferma che facendo verbalizzare le schede rifiutate, si influisce, appunto, sulla ripartizione dei seggi tra i partiti.
C’è poi un aspetto sostanziale nel gesto che hai (coraggiosamente e validamente) compiuto nel 2001: hai rifiutato una sola scheda su tre. Questo vuol dire che non ti sei astenuto, che hai comunque partecipato attivamente al voto, e di entrambe le Camere, rifiutando solo (per motivi che ci accomunano da anni) l’uninominale della Camera dei Deputati.
Sono convinto che non sia il caso di spiegare né ai nostri lettori né a te quanto profonda sia la differenza tra un astenuto che viene a proclamare la sua astensione ed un elettore che, fra le varie schede che ripartiscono il voto in un sistema misto proporzionale-uninominale come quello del Mattarellum, ne rifiuta una.
Da Presidente di Seggio, come peraltro da istruzioni prefettizie, accettai e verbalizzai (seppur perdendoci un sacco di preziosissimo tempo) il rifiuto della scheda del Senato da parte di due elettori, i quali, però, esercitando il loro voto per la Camera, erano appuntoelettori e non astenuti. Franco: son cose diverse.
Quindi, riassumendo: verbalizzare il rifiuto di una scheda si può, ma non cambia il sistema di una virgola. Verbalizzare il rifiuto di tutte le schede mi pare giuridicamente molto poco praticabile e oggettivamente poco sensato. In ogni caso, mai e poi mai le bianche e le nulle convergono verso nessun partito, quindi, chi vuol votare bianca o nulla, può farlo senza timore.
E poi: non attribuiamo sempre i mali del mondo ai pochi gesti democratici che ci sono concessi! La degenerazione della nostra classe politica non dipende dalla legge elettorale, né dal nostro esercizio del diritto di voto, né da magiche e fatate attribuzioni delle schede bianche e nulle al partito vincitore, così come l’aumento di pane e pasta non dipendono dai cerchi nel grano, né la morìa delle vacche dalle scie chimiche. Franco: se non ci fermiamo almeno noi a riflettere, chi lo farà?

Grazie
Marco

Ps: io andrò a votare. Non dirò certo qua per chi, visto che ritengo molto sbagliato, per un operatore dell’informazione, fare dichiarazioni di voto. Ma vorrei ricordare a tutti che la Costituzione, che tanto vogliamo difendere, all’articolo 48, cita: “il voto è personale, uguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico” . A questo mi atterrò.

Ricevuto, grazie.
Con i più cordiali saluti
Franco Ragusa

(1)
Caro Marco,
ho letto il tuo articolo “Astinenza. Un’altra suggestiva inutilità sulla legge elettorale” e ti volevo ringraziare per le informazioni preziose che mi hai dato poichè un foglio con tutte quelle falsità è giunto anche a me. Fidandomi di ciò che era scritto e probabilmente non leggendo bene, ho deciso di mettere quell’articolo sul mio blog come metodo drastico per evitare di votare ma allo stesso tempo per non regalare voti (già è evidente la contraddizione). Poi per verificare l’attendibilità, ho “postato” la catena di sant’ Antonio (a questo punto la chiamo così) sul forum di Travaglio dove delle persone più esperte di me sull’argomento mi hanno detto che era una gran bufala. Quando ho letto  il tuo articolo ho avuto anche la conferma. Quindi tempestivamente ho tolto la bufala dal mio blog. Io mi chiedo che gusto ci sia a scrivere delle falsità su un tema così importante. Ho compiuto 18 anni un mese fa, da parecchio tempo sono indecisa su chi votare e per di più ci sono anche i bugiardi che inventano falsità spacciandole per vere. E se io fossi andata al seggio in buona fede a attuare lo stratagemma inventato da questi cialtroni? che figura avrei fatto? Immagino chi non ha letto il tuo articolo o non si è informato ulteriormente cosa va a combinare ai seggi se si è fatto convincere dalla bufala.. Comunque ringrazio te e tutta la Redazione per il lavoro che fate e per le informazioni preziose che date ai vostri lettori.

Con affetto
Giulia Sigrisi

Carissima Giulia, la tua lettera (per la quale tutti noi ti ringraziamo) è il miglior esempio di come la buona fede delle persone possa essere tratta in inganno, ma anche di come la capacità di ragionare possa essere un ottimo antidoto. Sono contentissimo di esserti stato utile.