Il rapporto dell'Eurispes sull'antisemitismo: le goffe imprecisioni dei media.

di Marco Ottanelli

Tutti i mezzi di informazione degli ultimi giorni hanno pubblicato commenti ed allarmi sul risultato dell’indagine, condotta da Eurispes nel suo rapporto sugli italiani del 2020, riguardo alle percentuali molto alte di opinioni antisemite o negazioniste.

I dati che hanno fatto più scalpore sono quelli su Mussolini (proprio colui che volle le leggi razziali) e quelli sull’Olocausto. Ma i dati vanno letti bene e – possibilmente – analizzati, sennò si rischia, (anzi: i mezzi di comunicazione rischiano), di fornire un messaggio distorto, omissivo ed incompleto alla cittadinanza.

Innanzi tutto, va sempre valutato il reale ed effettivo riscontro di questa indagine statistica sul totale degli italiani: ricordiamo che i questionari (a risposta chiusa o semichiusa, cioè preimpostata da Eurispes stessa, e non libera secondo l’intendimento degli intervistati) compilati ed analizzati sono stati 1120. Su quanti in totale? Cioè, quanti sono stati i questionari distribuiti, e non compilati, rifiutati, riconsegnati in bianco o compilati in modo parziale? Eurispes non lo dice, e questo dispiace.

Dobbiamo quindi dare credito al risultato così come è: 1120 persone hanno rappresentato quasi sessanta milioni di residenti. Lo prendiamo per buono? Sì, e allora va preso per buono tutto ciò che il risultato stesso dice. Andiamo con ordine.

Cominciamo dalle oponioni sul dittatore fascista: il Corriere della Sera, nel suo articolo del 30 gennaio sul rapporto, scrive: Nelle pagine dell’Eurispes si legge che un italiano su cinque rivaluta Benito Mussolini. Per il 19,8 per cento, infatti «Mussolini è stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio»

Noi consigliamo alla giornalista che scritto l’articolo e ai caporedattori di leggere bene quel che il rapporto contiene. Infatti la domanda posta nel questionario non era: “lei cosa pensa di Mussolini”, ma “Lei concorda con la affermazione che per molti italiani Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche errore?”. Quindi quel 19,8% non ha affatto rivalutato il mascellone, ma ha risposto di pensare che sì, potrebbe essere che “molti italiani” (ma, di grazia, che vuol dire molti?) lo pensino. Era una domanda su come gli italiani percepiscono i propri connazionali, non sulle qualità di Mussolini. Quanti siano coloro che realmente pensano che sia stato un grande Leader, non ci è dato sapere. Saranno il 2, il 20, o l’80%? Lo scopriremo, forse, in una prossima indagine.

Arriviamo al cuore dello scandalo, il negazionismo dell’Olocausto. Il dato è allarmante: non solo si assiste ad una crescita esponenziale di coloro che non credono alla Shoah (nel 2004 erano solo il 2,4%), o che ritengono che per, dimensioni e numeri, sia stata molto limitata, ma la loro percentuale arriva addirittura al 15,6% nel primo caso (negazionisti totali) e al 16,1% nel secondo (negazionisti parziali). Livelli assai preoccupanti di ignoranza, di antisemitismo e di revisionismo. Giornali, commentatori, trasmissioni tv e politici, quelli di provata bontà, si sono esibiti in un coro di indignazione, accompagnati da cittadini di ogni età sui social network. E hanno fatto, e fanno, bene ad indignarsi. Ma hanno goffamente evitato (per pigrizia o per dolo) di scendere nei dettagli oggettivamente molto rilevanti.

Proviamo a farlo noi. In fondo è semplice, è tutto scritto, nero su bianco, alla pag. 46 della sintesi del rapporto stesso. La domanda posta agli intervistati chiedeva “quanto siete d’accordo con l’affermazione: la Shoah non è mai avvenuta (o: non è stata così grave): Molto, abbastanza, poco, per niente?”

come sono collocati politicamente coloro che hanno risposto di essere (molto, il 4,5% del totale, o abbastanza,11,1%) d’accordo con queste affermazioni? Ecco, i dati di Eurispes, ai quali dobbiamo credere, se crediamo all’indagine, riservano qualche sorpresa.

Il picco di intervistati “molto d’accordo” con la credenza che la Shoah non abbia mai avuto luogo, è tra chi si riconosce politicamente nel Movimento 5 Stelle (8,2%);

  • gli stessi elettori cinquestelle sono concordi (molto + abbastanza) complessivamente nel 18,2% dei casi;
  • Ma la più alta percentuale di soggetti concordi (molto + abbastanza) che l’Olocausto non sia mai avvenuto, si registra, però, tra gli elettori di centrosinistra che rispondono in tal senso con un clamoroso 23,5%. Insomma, un elettore di centrosinistra su quattro è negazionista.
  • Non ci fornisce la percentuale di coloro che lo negano tra gli elettori di destra, ma, essendo i terzi, sappiamo essere sicuramente minore.

Dati un po’ più completi sono forniti riguardo alla domanda: “lei è d’accordo con l’affermazione che l’Olocausto degli ebrei è avvenuto realmente, ma ha prodotto meno vittime di quanto si afferma di solito?”. A questo hanno risposto di sì il 23,3% degli elettori di sinistra, un po’ meno (23%) quelli di centro. Molto meno quelli di destra (8,8%). E gli elettori del M5S? Non pervenuti. Forse perché sono molto pochi ma l’Eurispes nel suo documento di sintesi non ci fornisce alcun elemento.

Tutto questo, l’insieme di tutto questo, deve indurre a due profonde e contestuali riflessioni: l’Italia, in quanto Paese e società, ha il dovere e la necessità di capire sé stessa, e di capire dove sta andando. Le forze politiche, ed i mezzi di informazione e gli intellettuali loro organici, hanno il dovere e la necessità di capire ed interpretare il loro elettorato, le loro aree di riferimento popolari, ed hanno il dovere di farlo subito, e con impegno, invece di gettare colpe e responsabilità, tra filippiche e vignette, sull’avversario ideologico tradizionale, bersaglio così facile, ma, almeno stavolta, sbagliato.

 

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